Claudia Bettega. Molto spesso quando ci si trova ad operare nell'ambito artistico ci si pone una domanda frequente: "Ma cos'è l'arte?"
Quest'ultimo risulta essere un  quesito alla quale hanno provato a rispondere in molti, almeno fino alla fine del secolo scorso.
Una dimostrazione la si ha con le avanguardie artistiche dell'ultimo secolo: dal cubismo, all'espressionismo,alla pittura astratta che giungono fino alla negazione dell'opera d'arte.
È ormai da parecchi anni un luogo comune definire la nostra civiltà, in cui hanno un ruolo dominante i mezzi di comunicazione di massa (televisione e cinema al vertice), "civiltà dell'immagine", al punto che raramente ci soffermiamo a chiederci che cosa implichi il fatto che la comunicazione su vastissima scala avvenga soprattutto attraverso quei simboli speciali che sono le immagini.Prendiamo in prestito il titolo del celeberrimo saggio di Walter Benjamin, del 1936, la cui riflessione sullo statuto dell'arte è sempre attuale e stimolante. La riproducibilità tecnica dell'opera d'arte (visiva) è un processo che ha avuto inizio con l'invenzione della stampa (dando origine a un'ingente circolazione di incisioni in bianco e nero) e che nel corso del tempo ha potuto avvalersi di mezzi tecnicamente sempre più precisi e dalla diffusione sempre più penetrante: rivoluzionario l'avvento della fotografia. Benjamin sottolinea come l'opera d'arte abbia perso la sua aura, l'alone sacrale-religioso con il valore culturale che ne deriva, per acquisire un valore espositivo, laico; ma non ritiene che questa sia necessariamente un'evoluzione negativa (a differenza della visione nostalgica e pessimistica di Adorno): la fruizione dell'arte da parte delle "masse" comporta un diverso modo di partecipazione, dagli sviluppi imprevedibili.
Internet è un'ulteriore tappa in questo cammino.
Cosa c'è di nuovo?
I maggiori "pericoli" su cui vale la pena soffermarsi sono senz'altro l'inflazione quantitativa, che si porta con sé omologazione e svalutazione dei testi visuali (la perdita dell'aura, appunto) e anche l'eccessiva velocità della fruizione: è cambiato il rapporto tempo - percezione - interiorizzazione. Insomma, si rischiano l'indigestione e la superficialità. Tuttavia, non può minimamente essere sottovalutata la rete in quanto preziosissimo strumento per il reperimento di riproduzioni di opere d'arte e di informazioni didatticamente rilevanti, con un'enorme risparmio di tempo, fatica e denaro rispetto al tradizionale metodo di ricerca in pellegrinaggio da una biblioteca all'altra, magari molto lontane dalla propria casa. Anche se non bisogna dimenticare che niente può sostituire il rapporto diretto con l'opera, nella sua materialità.
Proprio per questo, noi, gruppo di giovani artisti, ci proponiamo -senza però avere la pretesa di essere totalmente compresi- di presentare le nostre opere online.

Buona visione a tutti.


Atelier di pittura - Accademia di Ve

"La bellezza non puo' salvarsi se non in forza di quella che chiamiamo bruttezza, che sorprende, sconcerta, suscita angoscia e per alcuni godimento."

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